blog lavori in corso

lunedì 8 settembre 2014

APERTURA DEL DIBATTITO ELETTRONICO



Cari  Colleghi,
Vi comunico che da domenica 14 settembre avvieremo sulla nostra lista SLP-Corriere il dibattito preparatorio al prossimo Forum di Torino di sabato 11 ottobre  su “LA SOCIETA’ DELLA TRASPARENZA”. Il dibattito chiuderà sabato 4 ottobre, una settimana prima del Forum. Invito chiunque voglia dare un proprio contributo al dibattito a inviarmi al mio indirizzo di posta elettronica [ docosenza@tiscali.it ] un testo breve, che non superi  le 3000 battute spazi bianchi inclusi.
Vi ricordo per la stesura dei testi per il dibattito di seguire i criteri redazionali della rivista “Appunti” (diffusi sulla Lista SLP-Corriere in allegato Word).

Un caro saluto
Il Presidente della SLP
Domenico Cosenza 



sabato 30 agosto 2014

ISCRIZIONE AL FORUM DI TORINO
La Segreteria operativa comunica che e’ obbligatoria la pre-iscrizione, scrivere a segreteriaoperativa@scuolalacaniana.it

Oppure telefonando o inviando un fax ai te: 0254122747 Cell 3356874548 Fax 0254119539 
Il pagamento è da effettuare in loco.

venerdì 29 agosto 2014

Prossimo Foro della SLP

LA SOCIETA’ DELLA TRASPARENZA
Presentazione

La psicoanalisi fin da Freud ha inteso iscrivere il proprio discorso nella Civiltà contemporanea sotto il segno dei Lumi e nel solco della scienza moderna. La lotta contro ogni forma di oscurantismo rispetto alla lettura della condizione umana ha fin dall’origine fatto parte del suo DNA: le grandi scoperte freudiane attorno all’inconscio ed alla sessualità umana, che sovvertirono la morale dominante all’inizio del secolo scorso,  non sarebbero state possibili senza questo forte  radicamento dell’impresa psicoanalitica nei quadri del sapere e della scienza moderna. Non indietreggiare dinanzi all’oscurità che ci avvolge fa parte dell’etica psicoanalitica, e potremmo dire che ogni analisi inizia proprio da questo punto: osare sapere attorno all’enigma del proprio essere incarnato nel proprio sintomo. Freud stesso nell’esergo deL’interpretazione dei sogni descriveva come è noto il suo percorso come un movimento verso l’Acheronte dell’inconscio. Lacan dal canto suo ha sempre rilanciato l’indicazione freudiana, legando strutturalmente il discorso analitico al discorso della scienza. 
Al contempo tuttavia, l’esperienza analitica conduce già Freud a mettere in luce che il sapere inconscio che emerge da un’analisi non consente di giungere ad una piena trasparenza rispetto al nucleo pulsionale del soggetto: c’è sempre al cuore dell’essere umano un reale irriducibile al sapere, che funziona come un punto di opacità strutturale non ulteriormente valicabile dal lavoro della simbolizzazione. Questa scoperta che si rinnova ad ogni analisi conduce il discorso analitico oltre l’ideale moderno della piena trasparenza della ragione a sé stessa, mostrando al soggetto in analisi il punto di cecità che gli è proprio  e che nella sua vita non è in condizione di vedere.
E’ proprio tale scoperta al cuore della sua pratica a condurre la psicoanalisi ad assumere una prospettiva propria rispetto alla condizione del soggetto nella società contemporanea e al disagio che la caratterizza. Già Freud metteva chiaramente in evidenza, nel Disagio della Civiltà del ’29, la tensione strutturale alla base dell’entrata dell’uomo nel legame sociale. Tale entrata comporta strutturalmente una perdita di godimento, prezzo pulsionale da pagare per poter fruire delle garanzie sociali che il legame comporta. Tale oggetto perduto sarà per il soggetto al contempo quanto gli è di più intimo nel suo essere ma allo stesso tempo quanto gli è di più straniero e inaccessibile, impossibile da ricondurre ad un ordine prestabilito. Questa condizione disegna un paradosso: al cuore del legame sociale, per la psicoanalisi, v’è qualcosa che sfugge al legame stesso, che fa resistenza ad una sua traduzione integrale in termini di linguaggio e di simbolo.  
E’ a  partire da questo punto che diventa interessante per noi interrogare, in questo Forum della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, che terremo a Torino l’11 ottobre, una tendenza che permea il discorso sociale contemporaneo, e che radicalizza e per certi versi ‘realizza’ l’ideale di trasparenza proprio della modernità.
Ci riferiamo al dispiegamento di pratiche e procedure di controllo sociale, sostenute dall’applicazione tecnologica di innovazioni scientifiche proprie alle nuove tecnologie, che rendono la vita quotidiana dell’uomo contemporaneo sempre più pervasa da un processo di registrazione e  calcolo dei suoi movimenti, che entra sempre più nel dettaglio della sua vita privata, condizionandola. Questa tendenza ha preso sempre più corpo nella società ultramoderna, ed ha varcato gli argini che all’epoca del capitalismo classico ancora permanevano a preservare un diritto all’intimità, all’interno di una società ancorata al principio dell’interdizione paterna. Nella società contemporanea, come ci ha indicato Lacan, è la spinta al godimento senza limite a prevalere come principio di funzionamento sociale. Ma tale spinta superegoica all’eccesso di godimento, il dover godere come imperativo sociale, trova una sua declinazione rovesciata nelle pratiche di ipercontrollo sociale, nelle quali è un dover vedere senza limite ad imporsi sul soggetto. E’ attorno a questo rischio costante di scivolamento interno al discorso sociale contemporaneo, dall’ideale illuministico di trasparenza, condizione di un funzionamento sociale regolato, all’imperativo ad un dover-vedere-tutto da parte dell’Altro, che la Scuola Lacaniana di Psicoanalisi vorrebbe convocare in questo Forum su La società della trasparenza un dibattito con altre discipline implicate a vario titolo nel problema. Come fare perché l’ideale della trasparenza non si trasformi per l’uomo contemporaneo nell’incubo persecutorio prefigurato nella realizzazione del Panopticon di Bentham come principio difunzionamento sociale, dove l’Altro vede tutto senza essere visto? Su questo punto la psicoanalisi di Lacan è interessata ad un dibattito critico con altri saperi, che metta in luce l’irriducibilità del soggetto ai meccanismi di controllo sociale e contribuisca a riformulare le condizioni di un legame sociale che tenga conto di tale irriducibilità strutturale.  

Per il Consiglio della SLP

Domenico Cosenza

venerdì 22 agosto 2014

Radio Lacan N° 38

A destra su questa Home Page troverete il link di Radio Lacan

venerdì 15 agosto 2014

Radio Lacan N° 37

Il link a destra su questa Home Page
Buon Ferragosto!

mercoledì 30 luglio 2014

Radio Lacan News 34



I link sulla Home Page, a destra.

sabato 21 giugno 2014

Après-coup dopo il XII Congresso della SLP di Roma

Cari Colleghi,

a pochi giorni dalla conclusione del XII Convegno nazionale della SLP a Roma, a bocce ferme, mi è possibile fare alcune considerazioni a posteriori relative a come è andato. Anzitutto partiamo dai dati: il Convegno ha visto la partecipazione di 378 persone. Si tratta di una cifra considerevole per la nostra Scuola, che è di buon auspicio per lo sviluppo delle nostre iniziative congressuali.
 Il Centro Congressi Piazza di Spagna, che per la prima volta abbiamo utilizzato, si è rivelato un luogo ideale alle nostre esigenze: centralissimo, facilmente raggiungibile con la metropolitana, al cuore delle bellezze architettoniche e artistiche di Roma, e allo stesso tempo tecnologicamente ed acusticamente perfetto per lo svolgimento delle attività congressuali.
Era da 8 anni, dal Congresso dell’AMP del 2006 “Il Nome-del-Padre. Farne a meno, servirsene”, che mancava a Roma un Convegno di grande rilevanza della nostra comunità analitica. Ebbene, lo abbiamo realizzato, grazie al lavoro di tutti, ma in particolare della Segreteria di Roma e della Segretaria Maria Rita Conrado.
Il lavoro del Convegno è stato preceduto da un ricco dibattito preparatorio, costituito da 25 interventi raccolti nel numero speciale della nostra rivista elettronica Appunti, che ha scaldato efficacemente i motori del Convegno prima del suo inizio. Al Convegno hanno portato il loro contributo attivo il Presidente dell’AMP Miquel Bassols ed il Presidente dell’Eurofederazione di Psicoanalisi Jean-Daniel Matet.
L’atmosfera vivace di lavoro ci ha permesso di scandagliare il tema del nostro Congresso, il transfert pensato nel suo rapporto strutturale con l’amore ed il godimento, nei suoi risvolti principali, come ha messo in evidenza il Presidente dell’AMP Miquel Bassols nel suo intervento conclusivo. Abbiamo  cercato di mettere in luce la struttura del transfert tenendo conto delle coordinate di riferimento dell’epoca contemporanea, che Lacan ci ha insegnato a leggere. In questo quadro, la problematicità nell’istallazione del transfert simbolico nella clinica dei nuovi sintomi in particolare ci ha sensibilizzato sulla funzione dell’analista come oggetto operante in quanto tale fin dall’inizio del trattamento, vista l’impasse con questi soggetti nell’installarsi del soggetto-supposto-sapere. E’ quanto le plenarie del sabato dedicate al reale nel transfert (con gli interventi di Cèline Menghi e Pietro Bossola interrogati da Paola rancesconi)  ed al problema dell’installazione del transfert simbolico nella clinica di oggi (con gli interventi di Antonella Del Monaco e Roberto Cavasola problematizzati da Alberto Turolla) ci hanno mostrato. E’ più l’operatività dell’analista in quanto presenza reale ed in quanto atto a rendere possibile l’apertura di un varco che potrà in un tempo secondo aprire lo spazio del sapere inconscio per il soggetto.
Al contempo, le due sessioni plenarie sulla passe del sabato e della domenica ci hanno illuminato rispetto al destino del transfert a fine analisi e nell’esperienza della passe. L’amore di transfert nel suo itinerario dall’istallazione del soggetto-supposto-sapere fino alla sua caduta, e l’incontro sempre più marcato con il godimento sotteso al transfert ed all’inconscio reale proprio dell’analizzante, è stato scandagliato nelle quattro testimonianze degli AE che sono intervenuti (Maria Laura Tkach, Marie-Hélène Blancard, Anna Aromì e Santiago Castellanos), animate dal contrappunto di Jean-Daniel Matet e di Antonio Di CIaccia. Ciascuno ci ha anche mostrato come nella propria analisi il transfert sia virato, con la caduta del soggetto-supposto sapere, dall’analista alla Scuola come partner del proprio transfert verso la psicoanalisi.
Particolarmente riuscita anche la plenaria della domenica mattina, animata da Erminia Macola,  che ha messo in dialogo psicoanalisi con poesia e filosofia, mostrandoci come il discorso analitico di Lacan possa trovare una sintonia speciale con pratiche di parola e di scrittura che valorizzano in modo speciale l’enunciazione del soggetto. L’intervento del poeta Giacomo Trinci ci ha testimoniato in atto la portata enunciativa e creativa della parola poetica, così come l’intervento-testimonianza del proprio rapporto con l’analisi da parte del filosofo Cimatti. Insieme al contributo di Marco Focchi che ha annodato psicoanalisi e letteratura mostrandoci il fondamento reale del romanzo familiare,  hanno dato vita ad un dibattito appassionante.
Anche l’esperienza degli interventi nelle sale simultanee, mai così numerosi (42 per l’esattezza), preparati dal lavoro dialettico compiuto con i mentori sul proprio elaborato, ha contribuito a rendere il Congresso un momento vivo di Scuola e un’occasione di formazione speciale, anche per diversi giovani praticanti alle prime esperienze, che cercheremo di migliorare e raffinare ulteriormente per le prossime occasioni.

Un caro saluto e un ringraziamento a tutti

Il Presidente della SLP
Domenico Cosenza

   

lunedì 26 maggio 2014

Verso il XII Congresso


Il transfert è l’amore
di Roberto Pozzetti

C’era una volta un’istituzione pubblica preposta al trattamento della tossicodipendenza, ubicata in uno storico manicomio sito in provincia di Milano, nella quale mi trovai a lavorare come psicologo. Un giorno, in una riunione d’èquipe, ebbi modo di discutere del transfert con colleghi di varie professionalità e formazione, tutti privi – almeno questo è quanto mi risulta – dell’esperienza analizzante. Rimasi molto sorpreso quando uno di loro proferì, con fermezza, questa frase: “Se una paziente si innamora, si deve interrompere la terapia!”.
L’episodio suddetto risale all’incirca ad una dozzina d’anni fa ma il transfert costituì da sempre la pietra dello scandalo nella clinica. La psicoanalisi nasce, in effetti, proprio grazie al transfert delle pazienti di Breuer e di Freud, sensibili all’offerta di parlare fatta loro dai medici. Breuer incontra il transfert durante la cura di Anna O., una paziente la quale presentava una serie di disturbi isterici, soprattutto nel corpo, risolti brillantemente attraverso la terapia da lei stessa definita talking cure. A un certo punto del trattamento, ella mostra però una pseudopancia, specifica di una gravidanza nervosa. Breuer, secondo le cronache, venne consultato dai familiari di Anna O. in quanto la giovane attribuiva a lui stesso la paternità di questa vicenda. Egli se ne scappò in fretta e furia interrompendo il trattamento ed indirizzando la paziente all’amico Freud il quale ebbe il pregio di non indietreggiare dinanzi al transfert cogliendone la logica essenziale per la cura. Freud fa l’esempio di una donna che interrompe l’analisi dopo un innamoramento e poi si innamora di un secondo medico e di un terzo. “L’innamoramento della paziente è una conseguenza dovuta alla situazione analitica e non può dunque essere ascritta a prerogative della propria persona”. Smarca, così, la traslazione dal piano personale e la accosta ad una funzione logica indispensabile che Lacan formalizzerà come amore per il sapere inconscio. “La traslazione crea così una provincia intermedia fra la malattia e la vita, attraverso la quale è possibile il passaggio dalla prima alla seconda”. Il transfert è un concetto fondamentale della psicoanalisi il cui maneggiamento è possibile soltanto sulla base di un’ampia esperienza analitica e di un lavoro costante in analisi di controllo per smussare i rischi di una deriva verso il controtransfert.
Credo che la suddetta vignetta istituzionale sia in grado di descrivere la distinzione fra la psicoanalisi, applicata nel caso specifico alla cura delle dipendenze patologiche, e le varie psicoterapie. In queste ultime, si cerca di conseguire in breve tempo la risoluzione dei sintomi, prima che si possa instaurare un legame di dipendenza dal clinico tale da virare verso il transfert: si crede di poter cambiare tutto, senza amore.

Per la psicoanalisi, ciò che più risulta efficace è proprio il rivivere i punti decisivi della propria soggettività attraversandoli anziché operare sul piano di un mero incremento della conoscenza, relativa ad esempio ai ricordi d’infanzia oppure ai propri modelli operativi ed alle forme di attaccamento. Portare il proprio corpo in seduta, con regolarità, implica uno spostamento dal sapere in cui il terapeuta si pone come un maestro al livello della verità soggettiva, colta in analisi grazie al transfert.