La Scuola lacaniana di psicoanalisi, Segreteria di Roma ospita nella splendida cornice della Casa Internazionale delle donne, un incontro preparatorio al Convegno Nazionale di Catania, che avrà luogo il prossimo 11 e 12 giugno col titolo: Modernità della psicoanalisi. Nella clinica, nella cultura, nel sociale. Apre i lavori la Presidente Paola Francesconi, disegnando il tratto che distingue la Scuola lacaniana di psicoanalisi del Campo freudiano, nella sua modalità di approccio a quello che ha chiamato una esperienza del reale: reintroduzione di ciò che la Medicina ha scartato nel suo passo alla scienza moderna; qualcosa che non rientra nella padronanza del linguaggio e che scardina l'omeostasi della realtà. La psicoanalisi, spiega Paola Francesconi indicando un testo di J. Lacan (pubblicato da La Psicoanalisi nel n. 32 ) dal titolo Psicoanalisi e medicina, ha il compito di reintrodurre quello che la scienza scarta. L'operazione si avvale di un sapere avvertito del suo statuto, quello di non poter tradurre tutto al significante, di cui solo una soluzione di ordine singolare ne risulta la conseguenza, caso per caso. Chi queste righe scrive, coordinatrice del tavolo, presenta, partendo dall'introduzione, i tre momenti che ne seguiranno, con i contributi dei membri e partecipanti alle attività della Segreteria di Roma.
Il primo momento riguarda la modernità della psicoanalisi nella clinica: dal gruppo all'équipe - con due testimonianze di che cosa significa l'emergenza del desiderio inedito prima di Freud e che Lacan chiama desiderio dell'analista. La tavola vede i contributi di Maria Rita Conrado, membro SLP, che propone: Dallo psicodramma al desiderio dell’analista: una testimonianza. E di Paola D'Amelio, membro SLP che propone: Lo schizzo. Maria Rita Conrado porta avanti la propria interrogazione, toccata nella molla della sua pratica nel gruppo di psicodramma, ci testimonia dell'incontro con la psicoanalisi, con l'analista, il controllo, le istituzioni del campo freudiano, e la conseguenza nella pratica clinica. Ella arriva a porsi una domanda che Lacan apre con effetti illuminanti nell'esordio del suo insegnamento: "Cosa vuol dire parlare", più precisamente, prendere la parola? che responsabilità suppone misurarsi con le sue conseguenze? Paola D'Amelio ci porta la sua esperienza dietro la richiesta della responsabile di un progetto Casa famiglia della ASL riguardo un Intervento di Assistenza domiciliare. Paola metterà in piede un’équipe su misura del soggetto che è la scommessa di questo intervento. C'è soggetto nella psicosi diceva J. Lacan alla psichiatria della sua epoca. Paola ne assume le conseguenze, nel trattare con il disagio di un giovane, scommettendo sulla sua interrogazione, riuscendo a fare spazio a quel soggetto che potrà così anticipare l'imminenza del fenomeno di cui è oggetto (Antonio Di Ciaccia, membro SLP, sottolinea un punto circa il titolo stesso, che indica la presenza di un fenomeno elementare).
Il secondo momento riguarda la modernità della psicoanalisi nel sociale: il discorso analitico nelle istituzioni. Laura Storti, membro SLP, propone: Appunti sulla valutazione, effetti nella soggettività contemporanea: la valutazione è il modello con cui questo testo fa i conti, i paradossi in cui s'imbattono i Servizi quando si tratta di misurare non un utente ma una persona, donne e minori in difficoltà, che Laura dimostra non essere assimilabili a nessun dato statistico. Anche qui la scommessa è il soggetto, tramite la possibilità di ascoltare l'opacità del sintomo. Monica Vacca, membro SLP, propone nella stessa direzione: Il discorso dell’analista tra normalità e (a)-normalità. Il testo di Monica dà la cornice concettuale all’esperienza di cui fa parte in un progetto "Contro il bullismo" nelle scuole. La sua è una riflessione per un trattamento possibile del disagio scolastico. La posizione da cui operare per non occludere la questione degli insegnanti, studenti, genitori, è di tener conto della a/norma. Anche in questa situazione, la valutazione mostra il suo ineluttabile rovescio.
Il terzo momento riguarda la modernità della psicoanalisi nella cultura: il discorso analitico nell'arte, la sua necessaria funzione di sintomo nella cultura. I testi sollevano la singolarità dell'atto dell'artista e la improprietà di ogni "applicazione" all'arte. Entrambi i contributi, dimostrano l'importanza di non tralasciare ciò che di reale abita il sembiante. Michele Bianchi, partecipante SLP, propone un testo molto articolato che riunisce l'arte, più precisamente il mito del movimento surrealista e la tesi sulla paranoia in Lacan. Ci parla di due incontri che appaiono come determinanti nell'insegnamento di Lacan: Dalì Lacan, Lacan Joyce. Michele Bianchi avverte un surrealismo sui generis, che anticipa la psicoanalisi, nel giovane spagnolo che molto impressionò Freud: Salvador Dalì. Annarosa Mattei, scrittrice, Docente di Lettere, fervida cultrice dell'atto di leggere e del saperlo trasmettere, assidua partecipante invitata alle attività della Segreteria di Roma, propone: (Non) Habemus Papam, riportandoci all’esperienza stessa del "saper leggere" nella trama del testo ciò che circola di reale a vari piani e che a nessuna realtà si può ridurre. Il suo blog ospita un dibattito sul film di Nanni Moretti di cui ci dà notizie e che accende un vivace dibattito nella sala (Carmelo Licitra Rosa, membro SLP, sottolinea l'interesse del film e solleva il suo effetto per la psicoanalisi). La mattinata di lavoro, spezzata da un caffè all'ombra dell’antica magnolia del cortile di questo segreto ambito cittadino, ha visto amici della Scuola, del Campo freudiano, delle associazioni della Casa Internazionale, allievi, docenti e operatori di settore, ma anche personalità della critica (Rocco Familiari), del teatro (Isabel Russinova), e soprattutto tanta voglia di ricreare un incontro in un clima di lavoro che si è potuto cogliere, propiziato dalla nostra Scuola del Campo freudiano, aperta alla città e ai problemi che in diversi campi ci trovano attivi.
per la Segreteria
Laura Rizzo