blog lavori in corso

lunedì 7 aprile 2014


Abbiamo riso imparando
Sabato si è svolta a Roma l’ultima giornata di preparazione al Convegno sul transfert tra amore e godimento che si terrà a Roma il 14-15 giugno.
Abbiamo ascoltato voci differenti, singolari, che ci hanno parlato con puntualità di una clinica che da tempo, ormai, nel campo freudiano e grazie all’insegnamento di Jacques Lacan, spazia dagli studi, alle istituzioni, alla scuola, fino ai territori di guerra in Afganistan; dalle testimonianze di alcuni passaggi della propria esperienza analitica, là dove essa ha incontrato la resistenza dell’analista, all’incontro con il desiderio dell’analista nel transfert; dall’acting-out, che oblitera il reale del godimento, all’atto, che vi reperisce la sua causa; dal preliminare, alla rettifica soggettiva, al transfert come messa in atto della realtà dell’inconscio. Una clinica “elastica” che interroga, caso per caso, le pieghe, le difficoltà, le metamorfosi del transfert nella nostra epoca, questo XXI secolo che agli analisti e ai giovani psicoterapeuti impone di fare i conti con il “reale senza legge” affinché si possa “ridurre l’Altro al suo reale e liberarlo dal senso”  per non suturare la soggettività di ciascuno. Si è parlato dell’amore e della sfera nel Simposio di Platone, ripresi da Lacan nel Seminario VIII dedicato al transfert, ma anche delle declinazioni dell’amore nella vita, quell’amore che “costa” il prezzo di una rinuncia al godimento, quell’amore così peculiare alle donne. Abbiamo ascoltato le testimonianze di una passione per ciò che si fa a partire da ciò che non si sa, da ciò che non funziona, da ciò che si ascolta al di là dell’Io mettendo l’analista al lavoro, ogni volta come se fosse la prima volta, con la responsabilità di sapere almeno questo: che l’amore che il transfert veicola dovrà farsi amore di un nuovo sapere.
Un “vento del pensiero” è aleggiato in questa mattinata conclusiva e anche molta allegria. Abbiamo riso imparando. Questa è l’aria che ci sta portando al Convegno, dove continueremo ad ascoltare una clinica strana, particolare, che informa, interroga e rinnova il sapere della psicoanalisi, e dove potremmo scoprire qualcosa di più sul perché un filosofo e un poeta siano attratti dall’insegnamento di Lacan e dalla lettura che ne fa Jacques-Alain Miller per procedere, ciascuno nel proprio ambito, secondo la propria ispirazione, nei loro percorsi fuori dal linguaggio, dove non tutto si può dire, ma qualcosa si può provare a scrivere. 

Céline Menghi