
Il blog della Scuola lacaniana di psicoanalisi/ Roma
Sistemi d'orientamento
nell'economia, nella cultura, nel sociale
17 e 18 dicembre 2010
Sapienza Università di Roma
Possono le good practices essere un attrattore in grado di mobilitare energie, risorse, ideali per un cambiamento di paradigma nell’economia, nella cultura, nella politica? Possono essere una bussola per orientare la società verso tale cambiamento?
Se ne parlerà il 17 e 18 dicembre, alla Sapienza Università di Roma, con economisti, sociologi, politici, psicoanalisti, filosofi, artisti e con Zygmunt Bauman.
La crisi e la riflessione sulla sostenibilità impongono un radicale cambiamento di paradigma nell’economia, nella cultura, nella politica. È necessario creare occasioni di confronto, di dialogo e di discussione, per raccogliere e amplificare le idee e le prassi più interessanti emerse negli ultimi anni nei diversi campi della società.
L’interrogativo a cui siamo chiamati a rispondere a diverso titolo, e che vogliamo esplorare, condividere e discutere in questo convegno, è quello che riguarda le condizioni e le possibilità di cambiamento della moderna società globalizzata, affinché la convivenza, le produzioni e i consumi avvengano nel rispetto della sostenibilità del pianeta e nel rispetto della giustizia sociale e della qualità della vita dei cittadini. Cambiamento che non può non partire da un’etica della differenza e da una rettifica dell’immaginario collettivo.
Il Convegno mira a tracciare un percorso di riflessione e di azione politica, sociale, culturale prendendo come riferimento le buone pratiche, il cambio di prospettiva che introducono, la loro portata di invenzione e gli effetti di cambiamento realmente prodotti. Buone pratiche che possono promuovere nuovi modelli in grado di riorientare motivazioni e ideali sia delle persone che delle istituzioni. Esempi pragmatici, non ideologici, in grado di mobilitare passioni, identificazioni, desideri di costruire, visioni prospettiche che fanno alzare lo sguardo e intravedere un futuro possibile.
Venerdì 17 dicembre, presso la Facoltà di Economia, alla introduzione del prof. Zygmunt Bauman seguiranno tre sessioni con illustrazione di buone pratiche, tavole rotonde e discussioni sui temi dell'Orientamento, della Sostenibilità e dell'Inclusione.
Sabato 18 dicembre, presso la Facoltà di Psicologia, si terrà la Lectio Magistralis del prof. Zygmunt Bauman. Seguita da: La politica e la psicoanalisi interrogano Zygmunt Bauman. Con: Nicola Zingaretti e Antonio Di Ciaccia. Coordina: Fabrizio Battistelli.
Gli interventi del Convegno saranno di due tipi:
1. Testimonianze e illustrazioni di buone pratiche, nei tre campi indicati, che hanno un portato di invenzione e una incidenza reale nella società. Non solamente buone idee, intenzioni, progetti.
2. Elaborazioni e riflessioni in grado di mettere a fuoco, indicare e sviluppare il cambio di prospettiva che quelle introducono.Il convegno vuol essere anche un omaggio alla figura e all’opera di Zygmunt Bauman che tra i primi ha fatto intravedere la necessità di prendere in considerazione esempi pragmatici, non ideologici, come “modelli” culturali, economici e sociali in grado di mobilitare passioni e riorientare motivazioni e ideali sia delle persone che delle istituzioni.
Ufficio Stampa Paola Lorenzetti
+39 328.3031959
buonepratiche@ormafluens.it
Momenti cruciali della esperienza psicoanalitica
Conversazione a partire dalla bibliografia e contributi al Seminario in corso a Milano
Intervengono membri e partecipanti alle attività SLP Roma
Introducono alla conversazione:
Céline Menghi AE della SLP AMP 2008/11
Elda Perelli Partecipante alle attività della SLP
ed al Comitato di Redazione di Attualità lacaniana
Coordina Laura Rizzo Membro SLP AMP
L'appuntamento è il prossimo 29 novembre ore 20.30 a Via Palestro 30
dettagli del programma della serata sulla lista E-Mail
Momenti cruciali nella esperienza psicoanalitica
(Note sul Seminario EFP SLP a Milano)
Come si è potuto cogliere anche nei contributi al Seminario AMP SLP dell'anno scorso (L'arresto delle cure), la discontinuità di cui si tratta riguarda sì la diacronia significante, l'arresto, ma acquisisce una luce tutta diversa in una clinica sotto transfert. Da lì il secondo termine, cura, che mette in gioco la posizione dell'analista. La discontinuità trova, operando il discorso dell'analista, l'asse sincronico della esperienza, asse logico e non cronologico che, come in una striscia di Moebius, fa passare l'inerzia del godimento nella trama della rete significante, circoscrivendo sempre di più ciò che fa buco, il singolare nella esperienza.
Quest'anno Momenti Cruciali della esperienza analitica, fa del Seminario stesso -come momento di transfert di lavoro- un "istante di vedere".. dove sta andando la psicoanalisi. Come avanzato da Paola Francesconi, se nella cura analitica ci sono stati dei cambiamenti, non è solo per "le differenze epocali nel modo di godere" ma anche per i cambiamenti operati "nella formazione". E questo per la natura stessa della cura psicoanalitica, con la chiave che Lacan colloca in seno alla Scuola, il buco di cos'è l'analista. Questo ci fa leggere il titolo del Seminario come provenendo dalla passe (Gil Caroz). Potremmo anche dire, delle passe nella formazione? Senz'altro sono momenti cruciali nella formazione quelli che autorizzano l'atto analitico, da cogliere après-coup naturalmente.
Come dice Lacan, "una psicoanalisi è la cura che si aspetta da uno psicoanalista". (Scritti Varianti della cura tipo, 1968)
Il rinnovamento in atto della passe è quindi al centro di questo Seminario. Si tratta della funzione degli AE, ed è da notare che questa ci fa cogliere che l'analista è effetto del discorso analizzante (potenza analizzante lo chiama Jacques-Alain Miller in Politica lacaniana) e che la conclusione della cura si riordina da lì per loro in un nuovo transfert, dal singolare, alla Scuola. Il termine che è scaturito nell'apertura al Seminario, portato da Sergio Caretto, è stato quello di sublimazione. Massimo Termini lo ha sottolineato e lo riprende la Presidente SLP nella sua recente nota editoriale.
La conversazione nella sala a partire dal caso di Giuliana Capannelli ("l'asse nel tempo e l'analisi stessa come un sinthomo...") ma anche dall'intervento di Carlo Viganò ("neocapitonaggio di transfert non legato alla significazione...") ci fanno notare che l'analista è una funzione logica che oggi non può che mettere in campo l'ultimo insegnamento di Lacan, il TDE come stabilito da Jacques-Alain Miller. E' precisamente la formazione che lo fa diventare prezioso nella clinica attuale, vale a dire nell'applicazione della psicoanalisi alla terapeutica. Un'altra fonte del Seminario è in questo senso il titolo stesso dell'ultimo scritto di Lacan: l'esp d'un laps, omofonia che si perde nella traduzione ma che è stata sollevata da CV come scrittura di momento cruciale "che esce dal raccontabile": lo spazio di un lapsus. Fugace certezza di "essere nell'inconscio", quello "reale" (Lacan), proprio perché fuori dall'indeterminazione posta dall'inconscio "transferale".
Trovo opportuno citare, nel concludere queste note, una definizione di Antonio Di Ciaccia che ci fa ben cogliere quanto sia cruciale (indissociabili) considerare uno e l'altro (inconscio transferale, inconscio reale) nella pratica: "Il nome del Padre rende possibile la pratica della psicoanalisi. Ma solo se si va al di là del Padre abbiamo la psicoanalisi pura. E' solo a partire da lì che si può applicare al caso la soluzione adeguata. E' questo che chiamiamo psicoanalisi applicata."
In seno alla pratica, la formazione dell'analista. Un nodo più che un incrocio. O come legge Philippe La Sagna il nodo, "l'arte dell'incrocio".
Per la Segreteria
Laura Rizzo
Organizzato dal Consultorio L'Ascolto
In collaborazione con l'Istituto freudiano, I consultori di Psicoanalisi Applicata,
la Biblioteca del Campo freudiano e la Segreteria SLP Roma:
Presentazione del Libro
Il seminario. Libro III. Le psicosi
di Jacques Lacan
Sabato 6 novembre 2010 ore 9:30
Centro Diurno ASL Roma D
Sala degli Affreschi, via R. Giovagnoli 29, Roma
Intervengono:
ELISABETTA SPINELLI
Psicoanalista Scuola Lacaniana di Psicoanalisi
e Psichiatra presso DSM RM D
EZIO DE FRANCESCO
Psicoanalista Scuola Lacaniana di Psicoanalisi
e Consultorio L'Ascolto
SERGIO SABBATINI
Psicoanalista Scuola Lacaniana di Psicoanalisi
e Docente Istituto freudiano
ANTONELLO CORREALE
Psichiatra, Membro Società Psicoanalitica Italiana,
già Primario di Psichiatria, Responsabile Area II presso DSM RM B
ENRICO NONNIS
Neuropsichiatra Infantile, Psicoterapeuta
e Direttore UOCI TSM REE presso ASL RM E
Conclude
ANTONIO DI CIACCIA
Psicoanalista Scuola Lacaniana di Psicoanalisi,
Presidente dell’Istituto freudiano,
Curatore e Traduttore dei Seminari di Jacques Lacan
Coordina
PAOLA D’AMELIO
Psicoanalista Scuola Lacaniana di Psicoanalisi
e Consultorio L'Ascolto
Info
Tel: 347 1337960
info@lascolto.it
QUATTRO DOMANDE AL VOLO
a Judith Miller, Presidente del Champ freudien, oggi a Roma.
di Laura Rizzo - SLP Roma
1. Abbiamo l’onore ed anche il piacere di avere a Roma la Presidente del Champ freudien. Ci vuole dire, Judith Miller che cosa l’ha attirata oggi nella nostra città ?
JM – L’amicizia e l’interesse, sin dalla loro creazione, per i Consultori come anche per la Rete delle istituzioni che frequento, certo da lontano, ma con grande attenzione anche da prima del primo Incontro PIPOL, dunque prima del 2003. Per me era anche la prima occasione di annunciare PIPOL 5 di cui sapevo che la documentazione era disponibile fin dal 9 ottobre.
2. Come ha letto Lei il Titolo che convoca queste giornate ? (« Quando la psicoanalisi scende dal lettino »).
JM - Mi piace molto la parola italiana « lettino » usata per indicare il « divan » dell’analista. Per questo non si tratta di sapere se un’analisi si fa con o senza lettino. In realtà si tratta di sapere se il discorso analitico può svilupparsi al di fuori dello studio privato di un analista, se la clinica sotto transfert è possibile altrove, se la psicoanalisi, applicata alla terapeutica, è praticabile nelle istituzioni che accolgono esseri parlanti che soffrono, e come gli analisti vi operano. E’ una questione. La storia del movimento psicoanalitico e quella del Campo freudiano ci insegna che gli analisti devono salvaguardare la loro pratica dalla golosità sempre crescente dell’Altro sociale. Mi sembra che la Rete delle istituzioni e la versione italiana degli Centri di consultazione e di trattamento hanno saputo, fino ora, trarre lezione da questa storia.
3. Dobbiamo a Lacan la creazione del Campo che mantiene viva la scoperta freudiana. Come vede oggi la presidente della Fondation du Champ freudien la funzione, l’estenzione e la crescita di questo campo ?
JM - Dobbiamo a Lacan il fatto che oggi la psicoanalisi esiste ancora. Il Campo freudiano, le sue Scuole riunite nell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi, gli Istituti del Campo freudiano, le Sezioni cliniche e le moltecipli istanze che vi si iscrivono si reclamano dall’insegnamento di Lacan e contribuiscono al mantenimento del transfert rispetto alla psicoanalisi nel mondo contemporaneo, domani e dunque oggi. E’ possibile solo a condizione di coniugare psicoanalisi in intensione e psicoanalisi in estensione. Non c’è la cosiddetta psicoanalisi pura senza la cosidetta psicoanalisi applicata, e viceversa. Jacques Lacan ha esportato questi termini dalla matematica nella quale il puro e l’applicato non sono in contraposizione come il puro e l’impuro. La matematica applicata è matematica allo stesso livello della matematica pura. L’esperienza della passe, la sua o le sue controesperienze come anche l’esperienza e la riforma de CPCT attestano questa continuità borromea.
4. Il prossimo Congresso delle Istituzioni di psicoanalisi di orientamento lacaniano ha come tema la Salute Mentale. Il disagio mentale ha una lunga storia nella modernità. Secondo Lei, qual è l’aspetto che nell’ipermodernità ha segregato questo concetto, da mettere in questione, come propone il titolo ?
JM - La questione-titolo di PIPOL concerne tanto gli analisti praticanti e in formazione quanto i praticanti, analisti e non analisti, in istituzione. La questione posta in quell’appuntamento è di sapere se l’OMS e il DSM distruggeranno la clinica oppure no. Dobbiamo fare sapere che resistiamo al consenso ateorico e alla sua docilità rispetto alle leggi del mercato in nome del benessere per tutti. La globalizzazzione non implica un rinunciare alla clinica, né un ridurre l’umanità a un’animalità condizionata dal tandem produzione-consumo. Tutto dimostra il carattere mortifero di una tale nozione di Salute Mentale, che non arriverà a prevalere sulla poesia, sull’invenzione, sulla singolarità di ciascuno. E’ una questione di scelta di civiltà. Qualcuno non è un organismo : consenziente o no, egli è attraversato, nella propria carne, dalle leggi del linguaggio.
Grazie a Judith Miller per concederci queste non veloci risposte a veloci domande. A Bruxelles!
Roma, 16 Ottobre 2010
La foto di JM è tratta da lanacion.com ADN Cultura 5/12/09
Quando la psicoanalisi scende dal lettino è il Titolo di un libro che testimonia dell'esperienza di una applicazione della psicoanalisi al trattamento del disagio contemporaneo. Il Titolo è anche la topica di una modalità di lavoro.
Si tratta di una esperienza strutturata dai principi della psicoanalisi, "senza standarts ma non senza principi", messa al centro della Associazione che in Italia riunisce I Consultori di psicoanalisi applicata. Ed ecco che il Campo freudiano apre, per due giorni, una sua finestra a Roma, il prossimo 15 e 16 ottobre, per comunicare, sentire, delucidare, i risultati, gli ostacoli e anche le trovate, i fini dettagli di una clinica che, nello scendere dal lettino, non tralascia il reale della psicoanalisi. Le Giornate sono organizzate dal Consultorio Il Cortile e l'Associazione Orma Fluens, entrambi appartenenti a I Consultori di Psicoanalisi Applicata.
La Presidente della Fondazione del Campo freudiano, Judith Miller, ed il Presidente de I Consultori di Psicoanalisi Applicata, Antonio Di Ciaccia, sono stati invitati ad aprire i lavori. Personalità della Cultura, della Sanità, del Volontariato laico e cattolico e dell'Amministrazione Istituzionale, daranno con la loro presenza al dibattito, un articolato quadro che colloca la nostra clinica nella realtà della Città. La tavola rotonda I non-luoghi del sintomo: dalla strada a internet, con l'intervento di chiusura di Judith Miller porranno le conclusioni di queste due giornate . Come esplicitano Massimo Termini e Laura Storti, responsabili dell'organizzazione: "Al rovescio dell’aspirazione a-teorica che guida la clinica contemporanea si tratterà di far valere e di riuscire a trasmettere ad un pubblico esterno lo spostamento cruciale, il cambio di prospettiva che si produce nel momento in cui una nozione ben precisa, messa in valore da J.-A. Miller nell’insegnamento di Lacan, diviene l’ago della bussola che indica il nord: la singolarità." Si prospetta infine un incontro aperto e di gaio lavoro sulle conseguenze di una scommessa rinnovata.
La partecipazione è gratuita ed occorre la prenotazioni al Tel 06 6784655 oppure info@consultoridipsicoanalisiapplicata.it
Laura Rizzo
Nell'ultimo Congresso nazionale della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, a Napoli, Eric Laurent, Delegato Generale della AMP propone alla SLP un lavoro di Seminario, il titolo? Quando le analisi si arrestano. Discontinuità mi è sembrato una chiave per coglierne la logica. Una chiave a due giri, come se il condizionale "quando le analisi si arrestano..." si ritagliasse sullo sfondo che afferma: c'è qualcosa che non si arresta. I casi freudiani sono stati letti da Lacan, e poi da Jacques- Alain Miller, come preziose testimonianze rilasciate da Freud riguardo il proprio rapporto alla causa che, in ognuno dei casi, si giocava per ogni soggetto. E' la prima versione del tema: la discontinuità come interruzione del trattamento e la testimonianza freudiana come l'insistenza di un desiderio inedito che, come nota Lacan, era entrato in cortocircuito con il desiderio di sapere. La discontinuità è anche la sorpresa, l'imprevisto, ciò che sfugge al calcolo. Può acquistare la forma di un inizio, sé trova il complemento che non lo chiude ma lo rilancia, per esempio, la scommessa ad un sapere supposto incarnato da qualcuno, ed è questo l'inizio di un analisi. Può acquistare la forma di un nuovo transfert che sorge proprio dall'arresto di quella supposizione dopo che si è isolata la causa del godimento segregato da quell'artificio e che spinge l'analizzante, in un passo al limite, a testimoniare di quella separazione e di quel singolare trattamento dato al resto ineliminabile, ed è questo il caso a cui dobbiamo le preziose testimonianze che la funzione degli AE mettono al lavoro nella Scuola.
Possiamo notare che ciò che non si arresta... é il desiderio fondante della posizione analizzante. "Freud e Lacan si accordano molto semplicemente sul fatto di pensare che l’esercizio della funzione di analista esiga di restare analizzante del proprio inconscio – nei confronti (o al rovescio…) del «soggetto supposto sapere». Perché questo persista è necessario, dopo la cura propriamente detta, un transfert per un Altro, che dia il suo sostegno al compito." Nell'avviare l'attività della Scuola a Roma, abbiamo pensato di rilanciare ad ognuno di noi l'invito. Interpretare la Scuola, la vita di una Scuola, (Jacques- Alain Miller) è la conversazione permanente che l'orientamento lacaniano del Campo freudiano ci consente e di cui la SLP fa tesoro. Apriamo così il nostro laboratorio romano.